Intervenire su un logo storico ridisegnato da AREA comunicazione è di per se stimolante. Farlo in gara per il Centenario di Confindustria e vincerla, è anche molto gratificante. Sono quelle soddisfazioni che danno sapore alla vita.
Il tutto doveva avere un carattere celebrativo ma sobrio, attento a non
rovinare un segno molto pulito, descrittivo e al tempo stesso sintetico.
La soluzione stava già nel logo stesso. La parte interna dell’ingranaggio dove poggia l’aquila è già un cerchio, il primo “zero” su cui costruire il “100″. La semplicità è la cosa più difficile da vedere, si cerca sempre oltre, non ci si accontenta mai, è l’ego del progettista che prevale sulla forma.
La proposta vincente, dopo riunioni interminabili, ha poi subito degli interventi
per paura che il “100″ risultasse troppo nascosto.
Il format che ha caratterizzato tutte le iniziative del centenario è composto da due segni grafici “angoli” posti sulla diagonale della pagina o del visual. L’impronta è inequivocabile, duttile e all’occorrenza elegante.
Di seguito alcune applicazioni su adv, web e btl.
Sopra annuncio celebrativo, sotto home del sito.
Sotto, la copertina e due pagine interne del lay-out di una delle proposte per la brochure. Confindustria, poi, ha scelto un altro progetto, meno suggestivo e più low-profile.
Una mostra fotografica ha unito un secolo di immagini industriali e dodici grandi fotografi (da Gianni Berengo Gardin a Mimmo Jodice) per raccontare lo sviluppo del Paese. Le immagini di archivio e quelle inedite (sono state realizzate apposta per l’evento) si sono unite in un operazione che ha integrato storia e innovazione. L’evento è stato ideato e organizzato dal Gruppo Meet (di cui ero art director) e curato da Cesare Colombo, Givanna Calvenzi e Ludovico Pratesi. Ha avuto come sedi espositive la Triennale di Milano e l’Ara Pacis a Roma.
Sopra la copertina del catalogo della mostra. Sotto alcune pagine interne, in ordine: foto sezione storica, foto Berengo Gardin, foto Lorenzo Castore.